CIAO PAPA' (ottobre 2010- settembre 2011)



(ottobre 2010- settembre 2011)

Sono tante papà le cose che non ti ho mai detto
ora però tante hanno perso importanza.
La morte è così grande, così infinitamente più grande

delle nostre paure, dei nostri limiti…..
Volevo dirti..........voglio dirti papà che ti voglio bene
nonostante i miei limiti e le mie difficoltà
nonostante i tuoi limiti e le tue difficoltà
che poche volte hanno permesso di incontrarci
Ora la paura è così lontana e così piccola
Adesso è l’ora di diventare grandi, per sempre
ed affrontare la tempesta
e riconoscere che il suono così forte
è un suono passeggero
che prima e dopo al mare appartiene la quiete


(7.10.2010)



Ciao papà,
ho messo a posto il "tuo " televisore, qui a casa nostra....all'inizio ho sorriso perchè l'ho messo " in bilico" sulla scarpiera, se mi vedessi- ho pensato- me ne diresti di tutti i colori, tu che lo trattavi come la cosa più preziosa del mondo... Poi tuttauntratto sono venute le lacrime....pensando alla tua assenza...
Mi manchi tanto papà, mi manchi tanto adesso che si avvicina natale e non è natale per me.
E' successo solo una volta di non sentire il natale, quando aspettavo Simone , 17 anni fà.... allora ero tutta concentrata sulla nascita del mio bambino e per la prima volta è venuto Natale ed io ero " da un'altra parte".
Natale era un momento magico per me, di attesa non so di cosa... ma anche un momento in cui riuscivamo tutti a stare insieme e a sorridere... anche questo non so bene perchè... so che accadeva , ogni natale, da sempre, da quando piccina ti leggevo la letterina in piedi sulla sedia . Tutti i natali trascorsi con le zie sono nel mio cuore, per sempre, e anche tutti gli altri quando piano piano tante persone care hanno iniziato a mancare, ma c'eri tu papà e questo , senza rendermene conto, bastava.
Ora lo so... ora che non posso giocare con te che accettavi le mie sfide nel gioco delle carte, so che era un modo per dirci che ci volevamo bene... anche l'ultimo anno , lo scorso anno, quando eravamo solo in quattro ed ero un pò triste pensando che avrei voluto regalare a simone un natale diverso, ma tu sei riuscito a farci sorridere ugualmente.
Non ci sei tu... non c'è la mamma.. non è Natale nel mio cuore .
Ti voglio bene papà.

(1.12.2010)


Ieri nel gruppo il cuore mi batteva forte papà, ricordavo l'ultimo giorno che ci siamo visti, il giorno del tuo compleanno... domani è il giorno del tuo compleanno papà... ci siamo visti l'ultima volta un anno fà....
Ricordavo di non averti accompagnato nei giorni precedenti alla visita che tu volevi fare perchè era necessario per me darti un segnale di non accettazione di queste tue richieste... sempre le stesse, sempre uguali, sempre tutte solo per te....
Al sogno della persona che invece con tenerezza ha accompagnato suo padre lì dove erano i suoi desideri sono venute le lacrime... tutte insieme ... irrefrenabili... le lacrime che ricordavano te papà, il mio limite, domani .... il primo compleanno che non possiamo festeggiare insieme...
Non so come abbracciarti papà domani.. lo faccio adesso... lo faccio qui, in questo spazio delle emozioni che attraversano il mio cuore... ti voglio bene Papà

(2.2.2011)










Ciao papà, è passato un anno ormai da quando sei andato via.

Non sembra un anno sai, è un tempo che non ha le caratteristiche consuete, sai che è passato del tempo, ma non sai dire quanto e non sai dire neanche come esattamente.
E papà non so dire bene neanche con chi.
Forse con la voglia di ritrovarti in qualche modo.
Di poter trovare un legame tra il maschile ed il femminile, tra il piccolo e il grande, tra l’uomo e la donna, tra un me e un te, un legame che è mancato con te papà quando tu eri presente e che invece ho cercato con la tua assenza.
Ora so papà cosa significa l’assenza di un padre, ci si misura con l’assenza quella grande, con la A maiuscola, un vuoto per sempre, senza possibilità di appelli, senza poter pensare più “ lo farò o lo dirò domani”, non c’è stato più un domani con te papà e questo all’improvviso.
Ha fatto male, ha fatto tanto male papà non poterti salutare, non poterti dare un ultimo o un primo bacio, non poterti dire “ti voglio bene”, se non al tuo corpo, ma dicendolo forse solo a me o forse al mondo ho potuto iniziare a cercarti papà , a cercare una strada che prima per me non era possibile percorrere.
In questa ricerca papà mi sono persa lo so, a volte mi sono affannata, e solo adesso sembra esserci all’orizzonte un po’ di pace, un ritmo più lento che consente di cercare di capire cosa sta accadendo dentro e fuori di me.
In questo tempo papà ho ritrovato una parte di me a lungo dimenticata o nascosta. Ho ritrovato il confine di un corpo che si nascondeva dentro un contorno informe. Saresti contento di me papà questa volta.
In questo tempo papà ho ritrovato la mamma attraverso la sua malattia e la mamma con la sua malattia ha ritrovato te.
In questo tempo papà ho ritrovato Tiziana e abbiamo scoperto di non essere così diverse, C’è voluto tanto tempo, tanto dolore , la capacità di superare la rabbia e di vedere oltre , oltre quello che appare quando lo sguardo del cuore resta muto.
Non so ancora dove sei papà, non so sei giù o in alto, so che sei vicino a me in una parte del mio cuore che non è più nascosta, che non ha più paura , che può dirti del mio amore.
Ti voglio bene Papà
(11.3.2011)








       
Ciao papà oggi sono un po’ stanca e confusa, forse anche un po’ triste….è come se aspettassi qualcosa ma non so ancora cosa, non so da chi. Ieri mi è stato detto che l’amore che ora arriva così inteso è parte di un conflitto, è parte di me, di noi, della nostra storia. E’ vero papà è tutta la parte che è mancata per la quale a lungo sono mancatele le parole e i gesti e adesso che tu non ci sei è come e mi trovassi a bussare alla tua porta e chiedere di aprirmi, a suonare con forza quel campanello che l’ultimo giorno che tu non aprivi non ho avuto il coraggio di suonare con forza.
Ecco papà sto suonando un campanello per dire “sono qui, posso abbracciarti adesso, posso dirti che ti voglio bene adesso, che mi manchi, che mi sei mancato, che vorrei fare una passeggiata con te, che vorrei parlarti, che vorrei ascoltarti papà”, ma la tua voce non viene papà non solo nella realtà, non viene nel ricordo. Mancano tutte le voci nel ricordo, non so perché, mancava anche un’altra voce nel ricordo e invece era così vicina, era nel mio cuore, sentendola ho scoperto che era sempre stata lì. E anche la tua sarà qui vicino papà ma non riesco a sentirla adesso.
Vorrei un abbraccio papà, un abbraccio che mi portasse lontano, come è avvenuto tanto tempo fa.
Sono quegli abbracci capaci di portarti lontano dal mondo, in un posto diverso e in un tempo diverso. Ho avuto questo abbraccio papà tanto tempo fa… so quanto fa bene al cuore… so quanto fa male al cuore perché lo vorresti trattenere ma non puoi. Non l’ho più cercato per non sentire il dolore di quando andava via, ma ora che tu sei andato via papà ora ne ho bisogno.
Ho bisogno della tenerezza. Ho bisogno del coraggio. Il coraggio di un uomo che sappia superare i miei limiti, la tenerezza di un uomo che sappia accoglierli.
Non so se da qualche parte mi ascolti papà, non so se questa è una preghiera, se lo è , è una strana preghiera. So che questo è un bisogno, le parole sanno raccontarlo, il pensiero sa riconoscerlo, lo sguardo ed i gesti ancora sono muti. O forse no papà non sono muti, non hanno trovato ancora la persona che sa accoglierli e che è capace di portarti lontano, lì dove esiste, almeno per un po’, l’amore.

(31.3.2011)







Sono qui con una cosa che ho desiderato tanto e da tanto tempo, una emozione grande che fa bene che fa male , a volte sembra mancare il respiro. Mi sembra un pò un sogno papà perchè era tutto forte ma lento e poi tuttauntratto tutto veloce e incalzante e non c'era più il tempo per fermarsi o forse non potevo papà perchè è difficile fermarsi davanti ai desideri , specialmente se rispondono a bisogni lontani nel tempo.
Ma è tutto così complicato papà adesso, adesso che vicina è la paura di non capire , di non sapere, di tornare a volare.
Quando si vola papà si va cosi lontano da tutto, così distante dalla normalità delle cose e persone di ogni giorno, così vicino alle emozioni che appartengono all'altra parte di noi, quella dove l'anima non si nasconde, può essere sfiorata.
Se ci sfiorano la nostra anima papà essa si espande , si illumina, ci rende forti, capaci di superare tutti i limiti . Siamo un pò uomini nuovi, scopriamo o riscopriamo le nostre ali, sappiamo amare in un modo diverso. Ma le stesse carezze che arrivano così vicino al nostro cuore ci rendono deboli, fragili, indifesi....
Non so papà è tutto in movimento: è nuovo e antico, è bello e brutto...è vicino e lontano ... vicino il desiderio, vicino e lontano ciò che desidero.
Mi manchi....mi manca la carezza che mi hai dato da bambina, sono certa che c'è stata, che teneva lontano il buio.
(10.4.2011)




Ciao papà, ciao mamma...un nuovo traguardo ancora e quanta fatica per cercare di "stare in piedi", attraversando tutte le cose della vita, quelle belle, quelle tristi, quelle piccole, quelle grandi... sono qui tra sensazioni diverse, bisogni diversi, a un passo da traguardi importanti, vicini ormai...
La strada del dolore a volte è quella che nasconde tesori nascosti e forse l'assenza ci parla di presenze ma dobbiamo imparare ad ascoltare il silenzio allontanando tutti i rumori che lo celano...scoprendo che l'assenza non è vuoto, è ricordo, è pensiero, e che l'amore non ci abbandona trova solo altri modi di accompagnarci.
ti voglio bene

(5.5.2011)













Prima e dopo papà, prima e dopo la tua morte......credo che questo sia il confine, il confine di un tempo nuovo per me, di un tempo della rinascita, di un tempo del dolore...Camminano insieme papà la rinascita e il dolore, non so perchè...camminano insieme come se l'uno non sia possibile senza l'altro, forse io volevo separarli e allora è venuto il corpo a dire che non possiamo  rinascere senza attraversare il dolore, senza attraversare le separazioni, gli addii, senza che le lacrime siano uscite dal nostro cuore... il corpo che ora parla di nodi che devono sciogliersi, di interrogativi e di risposte che devono essere trovate, di un tempo dell'attesa.
Forse non volevo vivere questo tempo dell'attesa dove occorre ascoltare il silenzio, l'assenza, volevo andare oltre e sono andata oltre, oltre il dispiacere, come se l'assenza non avesse voce...
Ora so papà che l'assenza ha una voce e che devo ascoltarla. Non è la tua , non è la mia, è una voce che per essere ascoltata non ha bisogno di orecchie ha bisogno del cuore.
Il cuore ha bisogno di ascoltare la tua mancanza, quella della mamma, il mio essere oggi senza di voi. Il cuore ha bisogno di ricordare il dispiacere di quando non siamo riusciti a incontrarci, di quando non sono riuscita a chiedere amore , soprattutto a te papà, pensando che il piccolo e il grande non potessero incontrarsi, pensando che la rabbia e la paura fossero troppo forti, più forti dell'amore... Non lo sono papà, non lo sono se si trova il coraggio, se si trovano le parole, se non si ha paura di parlare del dispiacere, se si diventa grandi in qualche modo.
Il piccolo e il grande papà devono incontrarsi, la luce e il buio papà devono incontrarsi,la paura e il coraggio , come se l'una non potesse esistere senza l'altra.

(10.6.2011)






E' arrivato Papà, il giorno che abbiamo tanto aspettato, che ti avrebbe reso felice.
Ho ripreso la strada senza neanche dirtelo pensando che ti avrei fatto un regalo.
Ecco l'ho fatto per me perchè è la cosa che amo e l'ho fatto per te per dirti in qualche modo che ti voglio bene.



Elaborato finale di laurea: l'emozione cerca spazi nel racconto di sè: rilettura di una esperienza condotta nell'istituto di civitaveccchia

"A MIO PADRE"

Quando le emozioni incontrano le parole
allora il piccolo ed il grande possono incontrarsi
gli affetti riconosere i labili confini che li attraversano
Allora è tempo di nuovi incontri
che restituiscono alle persone apparentemente lontane
il loro posto vicino a noi

(26.9.2011)











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