LE MIE FAVOLE (agosto 2011- giugno 2012)


IL SEGRETO DELLE PICCOLE PERLE
 
In un bosco incantato una fanciulla aveva perso i suoi sogni. Il suo cuore era molto triste . 
Ogni notte percorreva a piedi scalzi la foresta come se il buio, i suoi rumori  e le sue  ombre  potessero in qualche modo acchetare il dolore che era nel  suo cuore.  .



  Notte dopo notte i rumori, i suoni, le ombre della foresta divennero a poco a poco aspetti conosciuti .  
 Animaletti grandi e piccoli prima dell’alba accompagnavano il  sonno profondo della fanciulla , tenendone lontane le paure e il dolore.
Li dove sembrava esserci solo il buio  la fanciulla aveva trovato un po’ di luce.


Una notte che sembrava più fredda delle altre , un orsetto le si avvicinò con un piccolo scrigno .
La fanciulla  lo aprì : all’interno piccole perle sparse. Come sono belle!-  pensò .
“Non le riconosci?” – le chiese  l’orsetto.
“No” . – risposte la fanciulla
“Sono le tue lacrime”-  aggiunse l’orsetto  - “Ad una ad una le ho raccolte e custodite”.

Solo allora la fanciulla capì di avere ritrovato i suoi sogni.

Giugno 2012






 






L'ORSETTO E LO SCOIATTOLO
Tanto tanto tempo fa in un bosco incantato un orsetto si ammalò.

 Tutti gli orsetti allora divennero tristi e quasi incapaci di comunicare all’orsetto il loro dispiacere.
L’orsetto all’inizio ebbe bisogno di restare solo, aveva così paura della malattia, del dolore, voleva tornare a correre per il bosco incantato ma dovette fermarsi.
Fermandosi giorno dopo giorno iniziò ad ascoltare il suo respiro, soprattutto la sera , quando faceva buio, allora era più facile per l’orsetto sentire il ritmo del suo respiro.
Dopo il respiro l’orsetto trovò le sue lacrime.
All’inizio le lacrime non volevano scendere e si nascondevano ma poi una fece capolino e a quella ne seguì un'altra e un’altra ancora e ancora fino a inondare il suo volto.
L’orsetto si accorse allora che le lacrime che scendevano all’inizio rincorrendosi l’una all’altra rendevano il suo respiro più vicino al ritmo del suo cuore come se la paura e la vita in qualche modo potessero incontrarsi.
Gli orsetti amici rimanevano in disparte proprio non trovavano parole per avvicinare l’orsetto che da lontano vedevano triste cercare il suo respiro.
Passò però una sera una scoiattolino e si avvicinò all’orsetto triste e raccolse una lacrima.
Non ebbe paura e gli disse:“non vuoi correre con me?”.
L’orsetto all’inizio si chiese se lo scoiattolino fosse insensibile “correre- pensò- come posso correre, non riesco neanche a trovare il mio respiro”, ma poi capì che lo scoiattolino aveva visto tutte le sue lacrime e aveva visto anche oltre, aveva visto la sua voglia di correre, di tornare a correre nel bosco incantato.
Allora lo seguì, all’inizio fece un po’ fatica a trovare il respiro che sostenesse i suoi passi veloci, che accompagnasse la sua corsa, ma poi si rese conto che poteva farcela , poteva tornare a correre nel bosco incantato.
Quando videro l’orsetto riprendere a correre gli altri orsetti si unirono a lui come per dirgli che da tempo lo aspettavano ma non avevano saputo andargli incontro.
L’orsetto fu felice di riprendere a correre con i suoi amici, erano in fondo il suo mondo, e c’era tra loro una reciproca appartenenza, ma ogni sera il suo pensiero andava un po’ più là , allo scoiattolino che aveva visto oltre le sue lacrime.

(novembre 2011)









IL PASSEROTTO E LA NUVOLA




In un bosco lontano un piccolo passerotto viveva dentro il suo nido. Avrebbe voluto volare in alto sopra le nuvole ma le sue ali piccine non gli permettevano di andare così lontano.
Un giorno di pioggia una nuvoletta  accidentalmente cadde vicino al suo nido e  allora l’uccellino senza alcun indugio gli chiese di portarlo per una volta con sé in alto dove le nuvole toccano il cielo.

 La nuvoletta  non parve sorpresa di questa richiesta ,  prese il passerotto  e per un intero giorno lo condusse con sè.


Il passerotto così  senti una leggerezza infinita , vide da vicino le nuvole e volteggiò su di loro  e scorse anche la corona del sole.
Alla fine non sapeva cosa dire alla nuvoletta che gli aveva regalato il suo sogno.
Allora per ringraziarla staccò un pezzetto della sua ala perché la nuvoletta sapesse quello che aveva significato per lui volare così lontano.


Passarono i giorni i mesi e gli anni e una notte il passerotto sognò di  volare  lontano lontano sopra le nuvole , vicino alla corona del sole.

La mattina al suo risveglio stropicciandosi gli occhi si accorse che proprio sopra di lui era una nuvoletta, bianca come la neve, ma diversa da tutte le altre. Un pezzetto della nuvola era  come “spezzato”, incompiuto. Poi si accorse che non si trattava di un vuoto ma  di una macchia dello stesso colore delle sue ali.
Allora ricordò di quando, tanto tanto tempo prima, aveva realizzato il suo sogno  e della nuvola che lo aveva accompagnato e , riconoscendola, volò per un attimo  sopra  la "sua" nuvola.


In fondo, gli sussurrò , non siamo mai stati tanto  lontani e ogni volta che sei stata lassù, vicino alla corona del sole, io ho volato con te.

(febbraio 2012)










L'ALBERO  E LA NEVE




 Un albero si sentiva tanto triste.
La neve lontana ascoltò il suo cuore e a lungo per tutta una notte lo accarezzò.

24.2.2012





LA BAMBINA E IL  MERCANTE DI STOFFE PREZIOSE


 Tanto tanto tempo fa in un piccolo villaggio esisteva una bambina che non voleva diventare grande. Aveva così paura di crescere che anche la sua voce era rimasta piccina, come se questo potesse tutelarla da ciò che lei pensava fosse il male e i dispiaceri delle persone adulte. Ma tutte le cose che spaventano sono anche cose per cui si prova una attrazione e allora quando si sentiva protetta la bambina sfogliava racconti , leggeva tutte le storie possibili che riguardavano la vita degli adulti con il desiderio di diventare protagonista di una storia meravigliosa.
Non era facile che si avvicinasse ad un adulto nella realtà ma un giorno da un paese lontano arrivò nel piccolo villaggio un mercante di stoffe preziose. Erano cos’ belle quelle stoffe, così intensamente colorate e morbide che la bambina non potè fare a meno di avvicinarsi ad esse e alle persona che le portava con sé e di sfiorarle quasi a immaginare che potesse in qualche modo indossarle e diventare una principessa.








Il mercante che da tempo naviga per luoghi lontani colse tutta la meraviglia negli occhi di quella bambina ed il desiderio ma anche la paura di avvicinare il mondo degli adulti e allora per diversi giorni non le chiese nulla , lasciò solo che la bambina si avvicinasse con gli occhi alle sue stoffe preziose.
Era come un appuntamento magico, ogni volta quando,  sul far della sera, la bambina compariva in un angolo e con i suoi occhi rubava tutti i colori di quelle stoffe magiche e immaginava di indossarle come una principessa.
E allora il mercante, sul far della sera, anche se non aveva alcun altro pubblico dispiegava tutte le sue stoffe a terra per regalare alla bimba i suoi sogni.
Ma era rimasto poco tempo ormai. La bambina sapeva che da un giorno all’altro il mercante di stoffe preziose avrebbe preso la strada per nuovi viaggi lontani. Sul fare dell’ultima sera si fece un enorme coraggio e si avvicinò al mercante di stoffe preziose. Egli allora capì che doveva aiutare la piccola a non avere più paura e ad accarezzare quelle stoffe e ad esprimere i suoi desideri.
Ma accade qualcosa di imprevisto e la bimba che in fondo aveva già conosciuto le stoffe del mercante gli chiese soltanto di conoscere la sua storia.
Egli allora raccontò per tutta la notte quella che era stata la sua vita: i viaggi da un posto ad un altro , le esperienze che li avevano accompagnati e la bimba raccolse tutte le parole come se fossero un tesoro nascosto.
Era la prima volta che il mercante di stoffe preziose raccontava in maniera così articolata la sua vita e per di più ad una bambina. Ma era stato naturale come se egli conoscesse la possibilità della bimba di leggere le storie al di là delle apparente lontananza dal mondo degli adulti.
Al termine egli si senti felice , di avere ripercorso la sua vita , di averne lasciato una traccia in quella bambina ed in quel piccolo villaggio e lasciò la stoffa più preziosa alla bimba come per ringraziarla di avergli dato questa opportunità.
Fu come una magia e la bimba prendendola , avvolgendola a sé ,divenne all’improvviso adulta e scomparvero tutte le paure di avvicinarsi al mondo degli adulti in apparenza così diverso e lontano.
Ognuno aveva regalato all’altro un pezzetto di sé : la bimba la possibilità di raccontarsi e il mercante la possibilità di crescere.


(agosto 2011)