E POI: L'INCONTRO CON LA MALATTIA (giugno- agosto 2011)


(giugno- agosto 2011)


Ciao papà, è più di un mese ormai ma non sono riuscita a parlarti di questa cosa, non qui dove la parola diventa visibile. Non sono riuscita a parlarti delle paure per questa nuova condizione così vicina alla malattia e al dolore.
Un corpo estraneo  papà che è cresciuto dentro di me e che non sappiamo ancora bene cosa sia ma evoca paura e impone la necessità di tornare nei luoghi del dolore e della malattia e di fare in fretta.
Tutto insieme papà , non è stato facile , esami complicati tutti insieme, parole complicate, tutte insime, e prevalentemente da sola e questo papà e la cosa che fa più male.
Lo so che le persone scappano dal dolore , lo capisco: il dolore, la malattia anche se non sono tuoi con le parole lo diventano, diventano possibilità di andare nel buio e chi vuole andare nel buio papa?  Nessuno, neanche io vorrei esserci nel buio ,ma purtroppo io non posso scappare. A volte posso non pensarci, posso cercare di pensare alle cose belle che ho fatto e sto facendo ( ho quasi finito l'università papà ora manca un solo esame, e tu saresti tanto contento se fossi qui), alle cose belle che vorrei vivere e provare a cercarle in qualche modo e ci sto provando papà a non perdermi nelle illusioni , nei fantasmi come ho fatto solo poco tempo fa.
Fa male però questo ritrovarsi da soli ancora unaa volta nel dolore, non sempre è vero, non con tutti ma con questa grande percezione che le persone slittano e continuano a mantenere un loro tempo e ritmo , molto personale anche quando qualcosa di importante accade nella nostra vita che pensiamo che forse ci si dovrebbe fermre ad ascoltare il dolore dell'altro.
Ho ritrovato alcune persone care papà, persone che ho amato, che amo, non sono vicine nei luoghi sono vicine nelle emozioni e qeueseto è importante per me, ho ritrovato anche piccole cose che aiutano, forse ho trovato anche il coraggio di affrontare l'imprevisto, quello con la i maiscola, dopo la tua scomparsa, quella della mamma, l'imprevisto che ci vede protagonisti in prima persona e che ci chiede di sapere guardare in alto, di non perderci nella paura, nella solitudinee, nelle incertezze.
Ecco papà qualche volta vengono le lacrime, qualche volta la paura sembra più grande, altre volte sembra più forte il coraggio o solo il bisogno di respirare un pò e vedere le piccole cose belle che ci circodano e pensare che domani quando ci sveglieremo abbiamo ancora un piccolo sogno da rincorrere.



Ora non c'è posto per la gioia ma vicina a te accade una cosa bella dentro di me.
Mi sento protetta come se ci fosse una carezza che avvolge la tristezza e il buio .
Lo scrivo qui anche se potrei anche scriverlo altrove, scriverlo a te, senza paura di essere fraintesa ... ti voglio bene, un bene che non finirà mai, che deriva dal passato anche se è diverso e il passato è lontano, che appartiene al passato e al presente.
Tu non lo ricorderai ma ti dicevo tanto tempo fa che avrei voluto rincontrarti quando saremmo stati grandi, grandi come e forse più di adesso, quando il tempo passato avrebbe testimoniato un'altra fase della nostra vita.
Quando sono vicina a te mi sento piccola, ma non piccola come una volta . Una volta mi sentivo piccola rispetto alla tua tristezza. Oggi mi sento piccola fisicamente rispetto a te .
Non lo so se sei ancora triste. Oggi non mi sei sembrato triste o stanco. O meglio un pò triste si, ma come risposta a questa situazione della mia vita, così grande e buia.
Non ci sono state le parole -le parole che appartegono ad oggi io te le ho già scritte- ma i bisogni.
Il bisogno di incontrarti un attimo e soprattutto che tu incontrassi Simone , non so bene perchè, forse per presentare te a lui e lui a te. due parti così grandi della mia vita







In questi giorni di buio cosi forte ho lasciato che andassero via le parole, la musica, e la mia voce.
 A me mancano le parole. la musica , la voce , forse non sono la gioia ma sono la mia possibilità di esistere, di sentire,e so che devo ritrovarle.
Le parole possono ritrovarle qui e devo provare a non avere paura di scriverle.
Ho riletto tutte le cose che ti ho scritto tanto tanto tempo fa e le cose che anche tu mi hai scritto e ho pianto tanto.
Non so perchè, non so quale fosse l'emozione che porta tutte queste lacrime, solo in parte è legata al passato, le lacrime più grandi sono legate al presente, a oggi , a questo buio .
Io non so se fanno bene o fanno male, se aiutano a guarire , penso che devono uscire le lacrime, come le parole, devono uscire e non avere paura, devono prendersi uno spazio.
Non posso portare ad altri , posso portarle qui e provare a raccontare come all'improvviso mi senta senza un corpo e senza il desiderio.
Questo è la malattia sentire senza un corpo e il desiderio proprio quando il corpo e il desiderio erano diventati importanti.
Forse per questo ho avuto bisogno di avvicinarmi a te, perchè tu hai sentito in passato tutte le parole che non erano mai uscite. Anche adesso qualcuna sono riuscita a scriverla, solo a te.
Non posso avvicinarmi troppo, non posso chiederti un abbraccio anche se sarebbe solo un abbraccio che abbraccia la tristezza. Non posso chiedeterlo perchè la tristezza è troppo grande e io ti voglio troppo bene .
Posso provare a trovare lo spazio qui delle parole e sentire le emozioni e provare questa volta a non avere paura ............e provare a guarire






Cercando di capire e di vivere il presente Ti ho ritrovato nella preghiera. ero molto lontana dalla preghiera e da tanto tempo. La preghiera  è oggi una supplica e non so sepplicare è una preghiera giusta, so che è un modo di avvicinarsi a Te.
Da ragazza lo facevo tante volte, parlavo tanto conTe, della mia paura di crescere e vivere, di amare, di entrare in un mondo che faceva fatica ad appartenermi e a cui facevo fatica ad appartenere. La persona che amavo allora era così vicina a Te ma anche così sorda a tutte le mie paure e forse anche per questo Ti ho lasciato perchè non riuscivo a capire come le persone che Yi cercavano erano anche molto rigide e dividevano la realtà tra buoni e cattivi, tra loro e gli altri.
Anche da bambina credevo in Te. Poi mi sono un pò allontanata. cercando risposte altre. Cercando di vivere. Di capire con il sentimento. di capire le emozioni.
Nel dolore così grande, nella paura così grande, mi sono avvicinata chiedendo che Tu lo ascoltassi, che lo ascoltasse la Tua mamma, che ascoltasse il dolore di una mamma.
Non so se questa è la strada giusta. So che questo è nel mio cuore. La ricerca. una speranza. La forza. La sensazione che dove finiscono le parole , le azioni , le speranze ci sia Tu.
e ora ho bisogno di restare vicino a Te e che Tu resti nel mio cuore


Caro papà , oggi c'è stata la seconda chemioterapia.
Sono riuscita ad entrare in questa nuova dimensione anche se all'inizio ho fatto molta fatica papà.
Quando riesci ad entrare scopri che c'è tanta tanta sofferenza ma anche tanta tanta forza nelle persone vicino a te, che hanno superato la disperazione e stanno vivendo la loro sofferenza, la loro paura, le loro speranze, la loro vita papà. 

E così forse da loro, forse da te, non so, così impari anche tu che questa dimensione si può attraversare, che è difficile ma devi tirare fuori il coraggio , la speranza, le emozioni.
Io ho ritrovato anche la preghiera papà e così per pregare, per trovare un pò di pace vado alla madoninna del divino amore, forse anche per ritrovare una parte di te, che le eri così affezionato.
Ieri mi è successa una cosa bellissima, una persona a cui sono "capitata " vicino ha letto nel mio cuore e mi è stata molto vicina e mi ha dato molta speranza, oltre che un piccolo dono... è stato così bello papà e così dolce e mi è sembrato un grande segno, un grande dono.
Quando vede le persone grandi, i papà grandi, penso sempre a te e tra loro ti cerco papà, ieri cercavo anche la mamma, come se all'improvviso poteste comparire e io potessi vedervi e parlarvi e farvi una piccola carezza e ricevere una piccola carezza.
Forse quella di ieri papà è stata davvero anche una piccola carezza  della mamma.
Vi voglio bene e ho bisogno delle vostre carezze, in qualunque modo esse oggi possano arrivare









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